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Ne sa qualcosa

chi pratica le arti marziali, io l’ho scoperto praticando katsugen undo (per saperne di più vedi la pagina L’esercizio fondamentale), accade che il tempo si dilata. Che so, siete in cucina, state per prendere qualcosa da una mensola e sta per cadere tutto; c’è chi sente che il tempo si ferma e ha tutto il tempo per fermare il disastro; visto da fuori sembra un giocoliere velocissimo. C’è invece chi si fa cadere tutto addosso, tra mille coloriti improperi. Visto da fuori una persona accellerata mentalmente e alzata a livello posturale.

A livello pianistico chi sa sostenere un lungo passo di ottave è chi riesce a fermare e dilatare il tempo: ha una visione tranquilla, non si fa prendere dal panico o dall’ansia di prestazione, c’è il tempo per fare qualsiasi salto, c’è tempo per fare musica, comunicare.

Altrimenti c’è tensione e il passo, anche se riuscito a livello tecnico e senza errori, suona teso all’orecchio dell’ascoltatore; alla prima pausa tossirà perché investito dalla stessa tensione.

Il primo caso

la mano mantiene la posizione, la musicalità alta e la qualità del suono piena.

Il secondo caso

chiedetegli di rifarlo, e ditemi poi se le ottave gli vengono allo stesso modo. Osservate come le dita sono stirate, la mano non mantiene la sua posizione posizione e deve alzare il polso, (e la tensione sia tutta canalizzata nella mano sinistra) il suono è brutto e non rispettoso del magnifico e luminoso Steinway che sta tartassando, e la sensazione psicologica è quella di accelerazione e tensione nelle orecchie di chi ascolta. Non scampa neanche le toppe.

Le doppie ottave

sono un magnifico strumento per produrre suono, figlie del pianoforte moderno e mutuate dalla grande capacità (e generosità) di Liszt che, nelle trascrizioni dall’orchestra e parafrasi dall’opera diventa l’indiscusso patron di questo procedimento per imitare e riprodurre gandi sonorità.

Portare troppo l’attenzione sulla tecnica, sul come farle, è come interrogarsi su come vada tenuto in mano un cacciavite, ovvero totalmente inutile, perché ogni sequenza di ottave è un mondo a parte, avrà una sua realizzazione unica a seconda del pianista che le sta interpretando. Per questo troverete inedite e interessanti queste linee guida che ho già evidenziato in altro articolo.

Oltre al mio invito a frequentare le pagine di questo magazine, per suonare bene e in modo fisiologico.

continueremo…

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.