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Per comprendere bene la tecnica pianistica

non dobbiamo dimenticare che il braccio del pianista funziona sempre in modo duplice: longitudinale e trasversale.

  1. Longitudinale: posiziono (imposto…) il braccio e articolo;
  2. Trasversale: lo muovo e lo organizzo lungo la tastiera.

Queste due funzioni convivono, a volte sono sovrapponibili,

ma è opportuno sapere che sono due entità distinte e indipendenti,

se vogliamo che la nostra tecnica pianistica funzioni, scorra fluidamente e ci mostri sempre una soluzione chiara.

Vediamolo subito applicato con lo Studio op. 10 n° 2 di Chopin: grazie all’Effetto Chopin*, vedrete in modo chiaro e non sovrapponibile il funzionamento concreto e incontrovertibile dei due binari e quindi la soluzione tecnica.

Siete pronti?

Coordiniamo infatti il braccio al movimento laterale (come potete vedere qui o “mobilizzando” tutte le parti di mezzo e il centro del palmo) avremo immediatamente un notevole e straordinario effetto:

  1. la mano si incurva;
  2. il braccio si ammorbidisce, pesa;
  3. aderisce così bene ai fianchi

che potremmo reggere sotto il braccio due fogli, come potete vedere nella postura di Jacques Loussier.

Questo è il primo binario, ora dobbiamo poter muovere il braccio trasversalmente lungo la tastiera: chi lo permette?

Il dito indice.

Nello Studio op. 10 n° 2 di Chopin, un magnifico binario che sembra fatto apposta per sperimentare, metabolizzare e comprendere la duplice coordinazione.

Tornando a Jacques Loussier, in questa immagine vedete chiaramente come avviene il movimento a livello pratico

Per chi non se la sentisse di violare il sacro territorio degli Studi di Chopin, raccomando questo: il miglior esercizio che conosca per coordinare il dito indice in modo trasversale…

Ascoltate, guardate e meravigliate: sembra che Grigory Sokolov abbia letto questo articolo e vi faccia vedere come si fa!

 

Buona sperimentazione, allora, fatemi sapere nei commenti o ci vediamo a lezione online!

Alberto


  • Effetto Chopin è un termine di mia invenzione che sta a sancire un nuovo paradigma: nel caso di Chopin la modalità di organizzare il movimento, univoca, che è contemporaneamente la soluzione tecnica e il tessuto interpretativo. Nel caso specifico dello Studio op. 10 n° 2, (e non è un caso che pianisti che suonino senza problemi il precedente op. 10 n° 1 abbiano problemi con questo e viceversa), il tocco carino e soave è anche l’assetto imprescindibile della mano per poterlo suonare, in questo caso la coordinazione laterale come descritto sopra.
zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.