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Di certo il canto fiorito

ovvero ricco di abbellimenti, ad un certo punto divenne di moda e necessario per strumenti a tastiera come il clavicembalo per riempire i “vuoti”, tuttavia rimango convinto che gli abbellimenti vadano sempre improvvisati, abbandonandosi alla piacevolezza e affidandosi alle dita e al gusto con la complicità del movimento laterale, quello tra destra e sinistra.

Così come si studia il basso continuo, così andrebbe studiata l’arte degli abbellimenti, ovvero l’arte di lasciarsi andare al movimento bilaterale, fidandosi delle dita che chiedono di adornare, riempiendo vuoti perché non si può stare da soli in silenzio, piuttosto che prostituirsi con cervellotiche diteggiature o contese e contestate esecuzioni, come quella del trillo finale della Waldstein di Beethoven, grande improvvisatore, se non il più grande.

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.