I 5 movimenti spontanei e intelligenti, che strutturano il movimento umano, si ritrovano in duplice veste nelle braccia del pianista, a livello longitudinale (per imposteare la mano, articolare le 5 dita) e trasversale (gli spostamenti lungo la tastiera del pianoforte, a partire da scale e arpeggi) offrendo e garantendo possibilità illimitate per la tecnica e l’interpretazione.
Le vediamo in esercizi separati, da praticare con o senza pianoforte, o semplicemente prestando attenzione a come vi muovete nel quotidiano, tenendo in conto che nella realtà i 5 movimenti funzionano in modo interdipendente e/o particolare (la particolare combinzione del taiheki).
Potrete beneficiare dei video che vanno ad esemplificare gli esercizi da compiere non tanto andando per imitazione dei miei movimenti, quanto cercando di conoscere i vostri. Un pianista con facilità al movimento laterale avrà più facilità con la zona intermedia o il dito indice e così via…
Nel video avete visto che polso, base delle dita, gomito, reagiscono coordinando tutto il corpo solamente in avanti e in alto. Con gli altri movimenti non c’è coordinazione alcuna. A partire da questo, restando seduti normalmente, flettiamo il braccio e appoggiamo leggermente il gomito su un bracciolo (o il copri tastiera chiuso, se siete seduti al piano). Iniziamo l’esercizio mantenendo questo leggero appoggio del gomito, grazie al quale daremo movimento a tutta la CVP:
- Portiamo verso l’alto tutta la CVP e lasciamo andare: stiamo provando come il movimento verticale, f-e estatico, risulta abbastanza semplice da realizzare.
- Diamo un impulso in avanti a tutta la CVP e lasciamo andare. Possiamo comprovare che il movimento frontale, f-e dinamico, è molto facile da realizzare.
- Ora bilanciamo tutta la CVP tra destra e sinistra. Osserveremo che il movimento laterale, bilaterale dinamico, risulta molto bloccato. La mobilizzazione della CVP tra i due lati non è fluida.
- Giriamo tutta la CVP. Il movimento rotatorio, circolare dinamico, è quasi impossibile da realizzare.
- Cerchiamo di dirigere tutta la CVP verso il basso e il dentro. Totalmente irrealizzabile. Non si può godere del movimento centrale, circolare estatico.
Il gomito, la regione f-e, lo sta impedendo.
Curioso, non trovate?
Proviamo con un altro estremo. Giriamo la mano e fissiamo il lato esterno del polso. Ripetiamo l’esercizio, questa volta con l’unico appoggio del polso.
Osserverete gli stessi risultati.
- I movimenti f — e, tanto frontale come verticale, si realizzano facilmente.
- Però il movimento laterale e quelli circolari, rotatorio e centrale, si bloccano.
Una volta provato con il polso, fate lo stesso con le nocche, da dove cominciano le dita.
Incredibilmente, accadrà lo stesso…
Andiamo ora a sperimentare cosa accade quando prestiamo una piccola attenzione alla zona media. Vi suggerisco di appoggiare il lato esterno dell’avambraccio al pianoforte. Per localizzarlo andate alla parte equidistante tra gomito e polso.
A partire da questo leggero appoggio, mobilizziamo tutta la CVP:
- Leviamo verso l’alto tutta la CVP e lasciamo andare. Stiamo provando come il movimento verticale, f-e statico, risulta quasi impossibile da realizzare.
- Diamo un impulso in avanti a tutta la CVP e lasciamo andare. Possiamo comprovare che il movimento frontale, f-e dinamico, risulta difficoltoso.
- Cambiamo il movimento, bilanciando tutta la CVP tra destra e sinistra. Possiamo osservare che il movimento laterale, bilaterale dinamico, risulta facilissimo. La zona media dell’avambraccio accompagna il totale movimento della CVP in “sentito” laterale.
- Ora giriamo tutta la CVP. Il movimento rotatorio, circolare dinamico, risulta limitato.
- Dirigiamo ora tutta la CVP verso il basso e il dentro. Irrealizzabile. Il movimento centrale, circolare statico, non si riesce ad attivare.
Curioso, non è vero?
Ripetiamo tutto questa volta però con l’appoggio unico della parte media del dorso della mano, quella che sta tra il polso e le nocche.
Otterrete gli stessi risultati. Procediamo ora a sperimentare cosa accade quando “localizziamo” le zone intermedie del braccio e della mano. Appoggiamo il lato esterno della zona più “carnosa” dell’avambraccio, subito dopo il gomito e prima della zona intermedia. A partire da questo appoggio, mobilizzeremo tutta la CVP.
- Portiamo verso l’alto tutta la CVP e lasciamo andare. Stiamo comprovando come il movimento verticale, f-e statico, risulti quasi impossibile da realizzare.
- Diamo allora un impulso in avanti a tutta la CVP e lasciamo andare. Possiamo renderci conto che il movimento frontale, f-e dinamico, non si può realizzare.
- Cerchiamo ora di bilanciare tutta la CVP tra destra e sinistra. Osserviamo chiaramente come il movimento laterale, bilaterale dinamico risulti molto difficile da realizzare.
- Proviamo allora a girare, ruotandola tutta la CVP. Il movimento rotatorio, circolare dinamico, fluisce liberamente.
- Dirigiamo ora tutta la CVP verso il basso e verso il dentro. Risulta realizzabile. Non tanto come per la rotazione, però funziona. Si tratta del movimento centrale, circolare statico.
Curioso, non trovate?
Se vogliamo realizzare in pieno questo movimento centrale, dobbiamo appoggiare entrambi gli avambracci in questa zona intermedia.
Vedrete che il movimento centrale diventerà molto semplice, evidente e reale.
Procediamo ora a ripetere quello che abbiamo fatto appoggiando altre zone intermedie (lato esterno):
- La zona intermedia che si localizza molto più giù della zona media, giusto davanti al polso.
- La zona carnosa oltre il polso e tra questa e la zona media della mano.
- La zona appena prima delle nocche.
Una nota ulteriore
le zone intermedie più distanti corrispondono alla parte cranica della CVP, quelle più vicine, alla parte caudale.