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Vedremo in questo articolo le cose fondamentali che un pianista dovrebbe fare per rendere in modo perfetto e conforme alla naturalezza dell’autore il suono Beethoveniano al pianoforte.

  1. Regolazione del gomito: seduti alla tastiera, trovate quella posizione del gomito che vi permetta di sentire con facilità il torcersi pianismo_beethovendella zona della cintura. Quando avrete preso confidenza con questo movimento non pensate più alle braccia.
  2. Il suono sì, il silenzio no: in Beethoven la tensione verso il suono è portata all’estremo. Beethoven non è Mozart, per cui i silenzi non vanno mai né evidenziati né integrati.
  3. Fidati della mano sinistra: come l’appassionato di macchine sportive rimane incantato dal rombo del suo 8 cilindri, così per il pianista che suona Beethoven, il suo 8 cilindri è la mano sinistra: fidatevi.
  4. Tempi veloci: “Um die erforderliche Bindung zu erzielen, hebt sich der Finger nicht eher von der ersten Note jeder Gruppe, bis die verte Note anzuschlagen ist.” (Ludwig van Beethoven) “Al fine di raggiungere la necessaria coordinazione delle dita, non bisogna lasciare la prima nota di ogni gruppo (di quattro) finché la quarta nota non è stata suonata”. Fare questo farà in modo che la mano funzioni sempre nell’orbita dell’anulare.
  5. Il ritmo: il ritmo è l’agente lievitante, l’ordinatore supremo, come intuì il buon Wagner definendo la settima sinfonia un’apoteosi della danza.
  6. I tempi lenti: siate disperati. La forza di Beethoven va solo nella direzione della sua torsione: dall’altro lato c’è solo sgomento e disperazione.
  7. Esercitate la tensione e distensione: il pianismo di Beethoven non è molto raffinato: richiede di essere ben collocato in un continuo ciclo di tensione e distensione. Alcuni pianisti scopriranno che fare questo sarà per loro una meravigliosa “ginnastica”.
  8. La “resa” emozionale: nel pianismo di Beethoven le emozioni sono semplificate: o è triste o è contento. Semplificate anche voi.
  9. Beethoven d’annata: il pianismo di Beethoven non è come il buon vino: invecchia male. Siate consapevoli di questo e non fatevi troppo tentare dalle lusinghe del fortepiano.
  10. Tagliate i rami secchi: che la generazione di interpreti tedeschi sia un punto di riferimento è solo una convenzione culturale. Andate alle radici e abbiate il coraggio di fare di Beethoven il “vostro” Beethoven.

 Avvertenze e controindicazioni: se seguite queste indicazioni non prenderete un bel voto all’esame né vincerete un concorso. Tuttavia sarete in pace con voi stessi e avrete rispettato la natura più intima e profonda di Beethoven.

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.