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La cosa che più blocca la respirazione

impedendole di andare in profondità, è la tensione delle spalle. Un aspetto questo, che riguarda di più il mondo occidentale, dove troviamo più spesso corpi a forma di triangolo rovesciato, o culture dove il movimento frontale è talmente preponderante da determinarne e costruirne la forma fisica. Penso agli Stati Uniti e alla Francia, dove il movimento avanti è di default a livello nazionale. Pensate alla scrollatina di spalle gesto caratteristico della cultura francese tanto quanto il gesticolare italiano o… al mito del cowboy americano: non è altri che il mito delle spalle americane.

E un aspetto che, più di qualsiasi altro strumentista, riguarda il “pianista”, le cui braccia sono sospese in eterno sulla tastiera. Avere le spalle come “motore” per il proprio pianismo non è un problema anzi, ci sono pianisti “frontali” dalla tecnica tanto smagliante quanto affascinante, come Alexis Weissenberg, Stephen Hough, le sorelle Labèque, Lucas Debargue, Jean-Yves Thibaudet per citarne solo alcuni.

 

Non è un problema suonare a partire dalle spalle fino a quando le spalle non si contraggono, e quando lo fanno si alzano.

Come risolvere la situazione?

Provate a contrarle alzandole di più (fino a un massimo tollerabile) rilasciandole in un colpo solo espirando: godrete della bella sensazione di avere le braccia libere, potrete “pesare” e l’articolazione sarà facile e precisa.

Fatto questo potrete lavorare al contrario rendendovi conto facilmente e con una percezione precisa di ogni momento in cui le vostre spalle si tendono, per un passaggio difficile, una figurazione impegnativa, un cantabile intenso ed espressivo.

Potete anche provare a fare questo test:

suonare un pezzo o un passaggio che sapete per certo procurerà “allarme” nelle vostre spalle (per me è lo studio op. 10 n° 2!!!) e provare a suonarlo mantenendole alzate; rimarrete sbalorditi nel constatare come, nonostante l’assurda postura e il goffo assetto, le braccia si muovano liberamente.

Non è finita: alzare le spalle contraendole e rilassandole in un colpo solo ha un altro effetto a raggio più ampio, di inestimabile portata:

mette le spalle in linea con le orecchie.

Se vi osservate, ponendo uno specchio a lato del vostro pianoforte, potrete osservare subito come è la situazione. Se le spalle sono in avanti soffrite di eccesso di prestazioni, forzate la tecnica, date troppo peso allo studio, se sono indietro, vi scoraggiate facilmente o non siete in grado di vedere un pezzo nella sua reale difficoltà tecnica.

Osservate il perfetto allineamento tra orecchie e spalle di un pianista la cui tecnica non è in discussione:

Infatti lavorare solamente su questo vi farà risparmiare tempo e fatica, perché se la postura è ok, le braccia e le dita funzioneranno bene da subito, e godranno del terreno adatto per una corretta assimilazione dei processi tecnici, quindi fate una buona sperimentazione! Oppure, se volete, ne possiamo parlare a lezione di piano online.

Alberto

 

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.