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Charles Valentin Morhange

detto Alkan, il pianista visionario, il grande amico di Chopin, l’antesignano di Satie, l’unico a mettere in soggezione Liszt quando era presente in sala…

Già da queste poche note di presentazione potete rendervi conto di come Alkan non fosse uomo che potesse passare inosservato, quindi per lui il movimento vitale rotatorio o di torsione calza a pennello.

Vedremo in questo articolo come la scrittura pianistica di Alkan vi aiuterà a comprendere non solo la sua scrittura e penetrare un po’ meglio le enormi difficoltà tecniche, ma anche tutta quella degli altri pianisti rotatori, con Beethoven in testa e diventare un utile complemento del mio Quaderno dedicato alla lettura pianistica.

Come si legge la musica di Alkan?

  1. Come un vampiro di notte alla ricerca di sangue virginale, così il pianista alle prese con la scrittura rotatoria la prima cosa che farà sarà quella di cercare quasiasi contrasto dinamico;
  2. Successivamente quale delle due braccia sta guidando (in altre parole la direzione della torsione);
  3. Se sta lavorando la muscolatura del corpo dietro o davanti;
  4. Solo arrivato a questo punto curerà l’assetto della mano, ovvero la “messa in pista”…

Un autore rotatorio si esprime per contrasti dinamici, divertitevi ad andare a cercarli…

Più il contrasto è brusco e netto…

e maggiormente le vostre mani e le vostre braccia si predisporranno al brano, facilitando immensamente la lettura e avviando la corretta interpretazione. Al contrario della scrittura centrale, il silenzio non è integrato.

Dopo questo primo passaggio, cercate di comprendere quale braccio sta guidando, ovvero in che direzione si sta torcendo. Non dimenticate che la torsione si rilassa sempre andando nel senso opposto.

In questo punto per esempio, maggiormente attivo è il braccio destro

Il passaggio successivo è quello di scoprire se a funzionare è la muscolatura davanti o quella dietro. Per fare questo dovete solo provare, ci vuole un po’ più di esperienza e di pratica degli esercizi, per cui vi aiuto io.

Nel caso di Alkan si ruota utilizzando i muscoli rotatori della muscolatura davanti del corpo (obliquo maggiore e minore dell’addome, fatalmente coordinati alla parte interna del mignolo). La torsione è passiva, di difesa.

Se il contrasto netto vi può aiutare a intuire, sappiate allora che tutta la scrittura di Beethoven utilizza per muovere e coordinare braccia e dita sempre la muscolatura rotatoria posteriore (il dorsale largo, per esempio, fatalmente coordinato all’anulare). La torsione è attiva, di attacco.

E’ il momento ora di vedere come impostare correttamente la mano.

A livello longitudinale (ovvero il modo corretto di appoggiare il braccio sulla tastiera) utilizzate il piano f-e per spostare l’energia nella zona dell’anulare/parte interna del mignolo

e trasversalmente (ovvero come la mano si muove) potrete contare sul movimento laterale che faccia agire liberamente il dito 4 anulare.

Movimento vitale di torsione significa lotta. E’ stato così per Beethoven, è stato così per Alkan. La lotta soprattutto dopo la morte, che lo vede vittima di un ingiusto oblio, così come tutto il suo pianismo geniale considerato minore di quello di Liszt.

E’ solo grazie al grande pianista Marc Andrè Hamelin, che è anche editore e detentore dei diritti di alcune opere che è nata la riscoperta delle opere di Alkan e la possibilità di poterlo ascoltare in sala da concerto, facendo fare una grande bella figura ai giovani interpreti, non meno che con un Petruskha, o una seconda sonata di Rachmaninov…

La parola chiave

di questo mio magazine non è tanto come essere se stessi, ma come arrendersi al fatto ineluttabile che ognuno è unico e irripetibile. Il grande dono di Alkan che – per ragioni vitali sue – esaspera la scrittura rotatoria, ci permette ora di avere una traccia e un orientamento valido e unico.

Può permettere ai pianisti, per esempio,  di affrontare l’opera pianistica di Beethoven non tanto dal punto di vista concettuale o strutturale ma a partire dalla sua stessa materia viva. Chi lo fa rivoluzionerà il modo di interpretare Beethoven, svecchiandolo o permettendosi nuovi orizzonti.

Ne parlo in questo piccolo video-appunto:

Può essere tracciato a colpo d’occhio in un’altra scrittura che presenti elementi comuni.

Nella settima di Prokofiev vediamo subito che è il contrasto della dinamica il movimento ordinatore

Sempre chiaro e visibile (adesso e grazie a queste riflessioni nate con Alkan)

Che culmina sempre in un climax

Che orienta la risoluzione del problema tecnico

Godetevi quindi l’ascolto de Le Festin D’Esopo, la cui partitura è stata la protagonista di questo articolo.

continueremo…

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.