“Esercitare” il movimento laterale
Il principiante
scoprirà una cosa incredibile, che nessuno aveva mai segnalato. Nel momento stesso in cui coordina le braccia alla cavità addominale, che naturalmente si bilancia tra destra e sinistra, le braccia (finalmente!) “crollano”. Può godere così di una grande libertà lungo la tastiera, può cominciare a fare suoni “cantabili” (per accompagnare una melodia, per esempio), gli esercizi mononota, ovvero cercare un colore diverso ogni volta che toccate un tasto.
Lo studente
potrà cominciare a padroneggiare la tecnica delle terze, pura espressione al pianoforte di questo movimento. Il banco di prova assoluto lo troverà negli studi “bilaterali” di Chopin: op. 10 n. 2, 5, 8, 10 e op. 25 n. 2, 4, 6, 9, 11. Ognuno di loro vi offre aspetti diversi, e decisivamente “educativi” della stessa risorsa motoria. E’ in questo stesso ambito che potrà esercitare il “trillo”. Chi guida il movimento è la parte di mezzo dell’avambraccio, così come il jeux perlé.
Un vigoroso monito
al pianista italiano, che si ostina a non considerare la capacità naturale “nazionale” che abbiamo di porci lateralmente. Tutto questo, come ho già scritto, porterebbe ogni studente ad avere un potenziale virtuosistico pari a quello di Marc André Hamelin, con in più la capacità di… cantare. Potenziali superbi interpreti di Debussy e Schubert, all’ottavo portiamo… Beethoven! Il professionista che suona jazz, capirà da dove viene l’allegro “zampettare” della sinistra nei vari ragtime… Una luminosa, spensierata, superficialità.