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Curioso, questo articolo. Perché è esattamente il mio mondo visto dall’altra parte. Un istruttore di Seitai, anzi, il suo fondatore, Haruchika Noguchi in persona, amante della musica classica, si addentra in un campo che diventerà il mio al contrario. Ovvero vedere il mondo pianistico e riscoprire la tecnica alla luce della cultura Seitai. Ad ognuno il suo viaggio.

Un pianista visto da un istruttore di Seitai

Il pianista russo Sviatoslav Richter ha di recente dato un recital. Andai ad ascoltarlo, invitato da un amico critico musicale. Avevo una grande aspettativa, perché ha fama di essere uno degli interpreti più consumati dell’attualità. La maggior parte dei suoi dischi provengono da registrazioni di concerto, perché pare non abbia realizzato registrazioni da studio. Le sue interpretazioni in disco non mi erano parse tanto brillanti come si diceva, e pensavo che sentirlo dal vivo mi avrebbe maggiormente soddisfatto. Però mi son dovuto rendere conto dell’evidenza: il recital e le registrazioni non differivano affatto. Nel domandarmi perché gode di così tanta fama, arrivai alla conclusione che era un fenomeno che poteva paragonarsi alle nuove religioni. Poiché la gente crede che ascolterà musica in consonanza di una grande fama, arrivano ad applaudire senza equivoci e commentano che Richter è un ottimo pianista. Però la sua musica mi parve così soporifera che mi addormentai. Nella critica al concerto, che il mio amico pubblicò sul suo periodico, disse che il suo vicino di posto russava. Sospetto che si riferisse a me. Seppur dormendo, ascoltai il recital e la musica suonava bene; una volta sveglio, mi sembrava indegna. Compresi che forse era andata così perché tiene il collo naturalmente inclinato sul lato di gravità; però per suonare, desidera porsi a destra e questo fa sì che perda flessibilità nella mano del lato di gravità; la tensione della sua postura si ripercuote nel suo suono pianistico. Anche quando si inchina per salutare, si nota quella stessa tensione. Una volta terminato il recital, nel ricevere i mazzi di fiori, le sue spalle, fino a quel momento molto alzate cominciarono poco a poco ad abbassarsi. Suonò il bis con spirito tranquillo e le braccia rilassate; diventava chiaro che fino a quel momento aveva provato paura. Dicono che molti musicisti stranieri, quando danno un recital in Giappone, diventano nervosi. Per regola generale gli spettatori affezionati in altri paesi ascoltano un concerto con una certa benevolenza di base; il pubblico giapponese lo fa invece con una attitudine critica, gli occhi chiusi e molta concentrazione, o gli occhi fissi e immobili di chi ha visto un’apparizione; ovviamente gli interpreti si sentono come minacciati. Anche Richter dovette passare attraverso tutto questo e dovette sentirsi in un certo qual modo con le spalle al muro. Quando cominciò a rilassarsi cominciò a mettersi a destra in forma naturale e concludendo si trovava a proprio agio.

Il Signor Nakabe, mio compagno e avversario di scacchi, assomiglia molto a Richter quando inclina il collo se sta cominciando a perdere la partita. Il suo gesto mi indica che ha scoperto qualche falla nella strategia del suo gioco.  Normalmente perdo, perché lui è più forte di me; però se lo vedo inclinare il collo so che la partita è in mano mia e colloco un pezzo in un punto che neanche io riesco a giustificarmi, perché altrimenti avrebbe potuto realizzare una contromossa, mentre in questo modo non può analizzare la giocata.

Il viso e l’espressione di Nakabe e Richter si assomigliano molto in una situazione di tensione. Si assomigliano a tal punto da sembrare provenire dalla stessa zona. Se Richter ha l’aspetto di un tedesco dell’Est, Nabake potrebbe sembrarlo del Nord, perché in Germania i suoi piedi non ci stanno nella vasca da bagno e deve tenere le gambe ripiegate, mentre in Svezia si può dormire a gambe allungate e sdraiarsi nella vasca. Comunque quando sono tesi e nervosi, inclinano il collo.

Tutti i dischi che ho di Richter sono registrazioni dal vivo in concerto e mi danno la stessa sensazione di quella del concerto. La scorsa notte però ho avuto modo di ascoltare una sua registrazione in studio e devo riconoscere che suona bene, anche se continuo a pensare che in quel concerto abbia utilizzato un terzo delle sue capacità. Lodare la sua esecuzione come fanno alcuni ha l’ebbrezza del neofita, perché la gente deve aver notato l’inclinazione del collo a meno di non essere cieca. Anche in piedi mostrava una certa instabilità. Cominciò a rilassarsi solo a partire dal terzo pezzo in programma. Se quelli che lo lodano quando è in tensione, lo ascoltassero rilassato e nel pieno delle sue capacità, rimarrebbero folgorati. Così come ho appena spiegato, credo che si possa comprendere come la manifestazione del movimento corporeo inconscio ci rivela la zona principale del corpo. Il taiheki di Richter è uno con quattro; il movimento predominante parte dal collo e allora, il suo corpo manifesta la tendenza ad inclinarsi su un lato. Per la sua struttura fisica, penso appartenga al tipo alto – basso e destra – sinistra. E’ probabile che stesse suonando a digiuno per paura di non eseguire bene a stomaco pieno. Anche prescindendo dalla bascula con i pesi parziali, possiamo percepire in qualsiasi circostanza se qualcuno sta dispiegando tutta la sua capacità o meno e, talvolta, se adotta una postura rigida, analizzare il suo comportamento, a quale tipo appartiene la sua attitudine e la zona predominante del corpo.
Conoscendo il taiheki di una persona, si può orientarla facendo un lavoro che le convenga”.

[Gekkan ZENSEI, sept. 1971]

 

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.