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Ivo Pogorelich in qualsiasi intervista si concede sempre delle “sparate colossali”. Eccone alcune:

Busoni? Non parlo dei dilettanti

Gli altri pianisti? Io suono meglio e più veloce di qualunque altro pianista.

Fa parte della sua naturalezza.

E’ tuttavia una cosa reale più che una bravata e vi spiego perché.

Un mio carissimo amico, assistendo ad un suo concerto, e da appassionato di pianoforte quale è, si accorse che a un certo punto un tasto del suo pianoforte si era stuccato. Era accaduto a causa di una sonata in si minore lunga e intensa e ora il tasto risultava impraticabile.

Nel bis che concesse poi, Ivo Pogorelich suonò Islamey, bypassando con una sicurezza totale e il pieno controllo di  sè (per usare le parole del lettore) la nota mancante, e senza che nessuno si accorgesse di niente.

Una osei di taiheki centrale predominante.  Rimane a portata di mano, tra egocentrismo naturale e capacità di sedurre, la totale confidenza con sé e i propri mezzi tecnici pianistici.

Mi complimento quindi con il lettore perché ha saputo associare una predisposizione naturale (il movimento centrale) alla ricerca oggettiva che ogni pianista si pone in merito al… controllo di sè. I virtuosi sono tanti, non è facile cogliere la diversità in questo caso specifico.

Personalmente seguo sempre con interesse l’evoluzione e la maturazione di questo grande pianista.

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.