Skip to main content

Il Koan: fai convergere le mani con la libertà dell’abbraccio

Come per il 10-6, abbiamo entrambe le mani che si compattano, guidate dalla parte interna di 5 di entrambi i mignoli.

Se osserviamo la scrittura ci rendiamo conto di come lo studio inizi realmente solo quando la seconda nota della mano destra – il mignolo – tocca insieme a quello basso della sinistra, giustificando il koan iniziale che vi parla dell’abbraccio.

Visto che ci siamo, ottima la diteggiatura di questo esempio, che coinvolge l’anulare nella nota iniziale, quella sorta di “preloader” grazie al quale Chopin, generoso didatta, permette a chi conosce i suoi segreti, di impostare e adattare le mani. 4-5 o direttamente 5-5.

La prova del nove:

se non state coordinandovi correttamente, queste misure non vi verranno o avranno un suono non coerente con il contesto.

La difficoltà reale dello studio sta nel separare totalmente la parte melodica dalla figurazione: infatti Chopin – sempre molto parco ed essenziale nello scrivere indicazioni – indica con delle notine scritte in piccolo la figurazione: non è un vezzo, non certo in Chopin.

Gyorgy Cziffra, potente indagatore chopiniano vi offre in questo video, dove sta provando in attesa di un allievo, come vada eseguito in modo coerente con la struttura interna dello studio che stiamo analizzando

Lang Lang lo prendo ad esempio di come non vada fatto. L’effetto, nonostante tutti i manierismi è di bidimensionale melodia accompagnata. Osservate le mani (soprattutto nelle inquadrature dall’alto); il dito attivo è sempre e solo l’indice.

Andrè Watts (Ahimè! non si trova più il video!) vi faceva vedere chiaramente come lavora la parte interna del mignolo: l’esecuzione, in virtù di una corretta canalizzazione dell’energia motoria, diventa automaticamente stupenda, l’effetto è ancora una volta – come per Rubinstein e Cziffra – di separazione della melodia dalla figurazione.

Per concludere, se vi sentite dei pianisti rivoluzionari, create uno “stacco” sensibile per il finale: non dimentichiamo che Chopin creava totalmente guidato dall’inconscio, per poi “ricostruire” minuziosamente tutto il processo creativo. I “finali” di molte sue composizioni sono ciò che rimane dell’impulso iniziale, l'”1, 2, 3, ora apri gli occhi”, dell’ipnotizzatore. E’ il caso del finale del 25-1.

cosa fa la mano nel 25-1: attiva la parte interna di entrambi i mignoli;
la reale difficoltà: separare la melodia dalla figurazione

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.