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Molti pianisti si interrogano e mi interrogano su una respirazione che sia efficace per il… pianista.

Sarà un pò difficile aiutarli finché – da sempre seduti su un panchetto – non prenderanno coscienza della loro catena lombare, 5 vertebre create a immagine e somiglianza delle… 5 dita (la struttura trasversale della mano) che ha un ruolo determinante nella respirazione pettoventrale. Con il permesso dei pianisti – perché parleremo del loro… fondoschiena – farò una piccola digressione e un’osservazione di come i 5 movimenti si riflettano nel movimento e coordinazione della catena lombare.

Nelle 5 lombari (guarda caso, come una pentatonica…) i 5 movimenti sono “semplificati”, rispetto alle 7 cervicali (guarda caso, come le sette note…) o alle 12 dorsali (guarda caso come la serie dodecafonica…).

Le lombari sono la “base” della colonna vertebrale, ma non del corpo, la cui base effettiva è il bacino.

Ecco il “gioco” della catena lombare, il movimento che cercherà il vostro corpo a seconda della vostra personale naturalezza o dell’urgenza espressiva del momento (dovete fare un cantabile, fortissimo oppure studiare bach, beethoven schubert).

Più è flessibile questa zona e più le braccia avranno sostegno, forza, coordinazione capacità di “andar da sole”.

Prendere consapevolezza del gioco lombare è fondamentale anche per avere

un’idea di che cosa blocca il libero fluire del movimento e della respirazione.

Per fare un esempio, il tanto temuto panico da palcoscenico è dovuto ad una prima vertebra lombare (L1) troppo alzata. Il movimento verticale (necessario al pianista per avere una visione lucida) non riesce più a dialogare e mantenere l’interdipendenza con gli altri movimenti.

Ecco come funziona a grosse linee il gioco lombare, affinché possiate osservarlo su voi stessi:

  • L1 e L5 lavorano sempre insieme: offrono tranquillità al pianista e una visione “lucida” della struttura (una lunga sonata, per esempio); definiscono la “verticalità”, fondamentale per suonare, nella sua duplice veste statica e dinamica.
  • L4 è il “punto vivo” della respirazione
  • L2 lavora con L4: entrambe permettono al pianista di interpretare, muovendole quando vuole entrare dentro l’esecuzione in modo personale o improvvisare;
  • L3 esattamente dietro l’ombelico dovrebbe essere quella più rientrata nella curvatura lombare: è la base forte e sicura di tutta la schiena.

Vi invito ora ad esercitare l’osservazione con questo video, dove vedete il pianista Marc André Hamelin ben inquadrato di schiena (che peccato che per colpa di Dussek ora il pianista suoni sempre di lato!).

Osservate il suo “gioco lombare”, e utilizzando lo schema qui a destra focalizzate la vostra attenzione su queste domande:

    • qual’ è il gioco lombare predominante?
    • Hamelin è anche compositore: che relazione c’è con L4?
    • Come si mette in relazione il suo particolare movimento con la sua famosa e spiccata capacità virtuosistica?
    • Come controlla la respirazione (L4)?
    • Come controlla la presenza scenica?
  • Come realizza il controllo auditivo (L3)?
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Marc Andrè Hamelin plays his Paganini Variations

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.