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Il taiheki laterale del grande compositore non lascia dubbio alcuno:

la percezione e conduzione del fraseggio è strettamente vincolata alle zone “medie” della frase musicale.

A livello trasversale, l’orbita di funzionamento delle mani è invece quella intorno al dito indice e al terzo dito.

le dita cantanti

D 959 Andantino: il dito 3 appoggia non sul centro, ma dal lato verso l’indice; l’indice, invece, nel suo pieno centro.

 

E’ opportuno che il pianista si riappropri della propria coordinazione braccia/CVP a partire dal secondo dito

Lavorando in questo modo si installerà anche la controparte psichico-mentale. Senza questa attivazione – che nasce concretamente dalle zone medie – non si può in alcun modo fraseggiare la sua musica. Tante “soluzioni pianistiche” (ad esempio quelle apparentemente tecniche della Wanderer) sono infatti nelle mani del timbro o delle “curve” emozionali. Se il pianista ha anch’esso un taiheki laterale avrà ottime possibilità di diventare un grande pianista schubertiano.

Potenzialmente lo potrebbe diventare ogni pianista italiano, togliendo un poco di spazio didattico/tecnico a Beethoven.

come si fraseggia schubert

Alcuni pianisti “esaltano” i silenzi del suo fraseggio. Non è contemplato da chi ha una naturalezza laterale. Bisogna anzi lavorare al contrario: fare in modo che pause e silenzi non si stacchino mai troppo dal contesto. Chi ha il taiheki laterale ha una sola grande paura: quella di rimanere solo.

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Non è al fortepiano  o al pianoforte da tavolo (tanto caro a Schubert) che troverete la filologia, ma indagando a fondo la natura essenziale del compositore. Come dev’essere allora la “percezione” del pianista?

La vasca dei pesci

I pesci in uno stagno si muovono in modo particolare: sembrano “bighellonare” di qua e di là, muovendosi lateralmente. Ad un tratto qualcuno butta dei pezzi di pane: il movimento cambia e tutti i pesci si muovono in modo unidirezionale… verso il cibo.

Eppure, è proprio quel bighellonare che impedisce all’animale di bruciare nell’attesa di un cibo che potrebbe non arrivare mai.

Questo è l’atteggiamento da cercare. Un’apparente superficialità, una visione laterale e mai unidirezionale o eccessivamente approfondita, in attesa che si risvegli, si attivi e si soddisfi l’emozione.

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e di prossima pubblicazione su Amazon, il rivoluzionario Seitai al pianoforte - suonare con i 5 movimenti. Il Seitai spiegato allo studente di pianoforte, ad uso dei Conservatori e Civiche Scuole di Musica.