Prendiamo Haendel, dove inspirazione ed espirazione sono in perfetto equilibrio tra loro, come riferimento e linea dell’orizzonte per comprendere la respirazione magicamente orchestrata dal petto e dal ventre.
Basta dare maggior accento all’inspiro e abbiamo la musica di Bach, o maggior accento all’espirazione e abbiamo la musica pianistica di Chopin.
La respirazione controlla il battito con una proporzione rigorosa di 1 a 4, un respiro quattro battiti, chi ha una predisposizione naturale a far orbitare il proprio movimento a partire dalle spalle (quello che chiamiamo osei di taiheki frontale), come Chopin, è maggiormente attirato dai tempi in quattro, chi vive dentro le emozioni, come Debussy e Schubert, amano i tempi in tre, più instabili, ma in linea con il movimento continuo di tensione e distensione del cuore.
Un’espirazione lunga e un inspiro breve – di quelli che fanno male al cuore – e abbiamo la musica di Beethoven e il rifiuto dei grandi, in tarda età , ad eseguire l’Hammerklavier.
Quante cose si possono imparare respirando al pianoforte, l’interpretazione diventa una cosa viva, e così l’interprete che si annulla dentro la propria creazione.