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Non chiedetemi perché, ma dalla mia esperienza l’unico autore che può trarre vantaggio dallo studio a mani separate è Franz Liszt.

Per tutti gli altri, oltre che obsoleto, è controproducente.

Perché?

Perché gli emisferi cerebrali sono separati solamente per impedire all’uno di prevalere sull’altro. L’unico momento in cui gli emisferi sono in comunicazione è quando è attivata la osei laterale e quindi la psiche empatica, emozionale, comunicativa, mediatrice.  Ovvero quando studiate non siete nelle condizioni ancora di goderne (semmai quando il pezzo viene). La soluzione migliore è quindi trovare il modo di studiare a mani unite, da subito. Una prova la avete studiando Rachmaninov, in cui il movimento verticale è molto presente e consistente. Voi potrete studiarlo a mani separate quanto vorrete senza mai venirne a capo. E per di più non appare mai la traccia della musica per seguire un filo di Arianna, appare solamente alla fine!

Allora…

Come mettere insieme le due mani?

Diamine… E’ dal 2011 che è uscito Non manuale per il pianista, dove viene indicato un metodo tanto semplice quanto efficace per farlo.

Cosa aspettate? Correte a leggerlo!

zenchopin

Musicoterapeuta e trainer vocale prima, istruttore di seitai e formatore adesso. Appassionato pianista, Alberto Guccione ha pubblicato Non manuale per il pianista (Casa Musicale ECO, 2011) e a marzo 2017 il rivoluzionario e-book Seitai al pianoforte, disponibile su Amazon.